Via Romea Sanese: dove il Chianti è rock!

Dimenticatevi le “dolci colline” che hanno fatto innamorare gli stranieri ai tempi del “Chiantishire”: il Chianti è rock, soprattutto se devi farlo a piedi. Per capirlo, basta guardare il tracciato della Via Romea Sanese (o Romea del Chianti, appunto), l’antica strada che portava da Firenze a Siena e che oggi viene riscoperta, in questa nuova era d’oro dei cammini, anche come continuum tra la Via degli Dei che arriva da Bologna e la Francigena che va a Roma: quattro tappe, 85 chilometri a qualcosa, quasi 2mila metri di dislivello positivo, da 78 a 565 metri sul livello del mare. Altro che dolce!

In mezzo la bellezza della natura e potenza della storia: Sant’Andrea in Percussina – dove fu la dimora di Niccolò Machiavelli in esilio – e la pieve romanica di Santo Stefano a Càmpoli, l’abbazia fortificata vallombrosana di Badia a Passignano, con un magnifico cenacolo di Domenico Ghirlandaio, e poi il passaggio da San Casciano Val di Pesa, San Donato, il borgo gioiello di Fonterutoli, Castellina in Chianti.

I borghi sui colli, a valle i torrenti

Sono borghi, castelli fortificati, ville rinascimentali, ma anche fiumi, torrenti, rigagnoli; e gli uni stanno in cima ai colli da dove si poteva controllare il territorio, ma gli altri scorrono in fondo alle valli ed ecco, allora, che il percorso diventa uno susseguirsi di discese ardite e risalite.

Il Chianti – e con lui la via Romea Sanese – è un continuo saliscendi; è un inerpicarsi nei boschi, arrampicarsi su sentieri scoscesi e pietrosi; è anche strade bianche, certo, e tratti di campo che costeggiano vigne e aziende agricole. Il Chianti è irto e faticoso; è accogliente, ospitale nella sua gente e nella delizia della sua tavola, ma vuole vederti in faccia se decidi di percorrerlo con le scarpe da trekking e lo zaino sulle spalle. E a decidere di farlo sono sempre di più, camminatori e pellegrini, turisti lenti che scoprono o riscoprono il viaggio a piedi con una crescita esponenziale. Anche sulla Via Romea Sanese. 

L’ingresso nel borgo di Fonterutoli

Il tracciato

Quattro tappe, dunque, circa 85 chilometri; si parte da Firenze e si arriva a Siena. Il nuovo tracciato – appena risegnato, all’interno di un progetto di valorizzazione che vede capofila il Comune di Castellina in Chianti, si discosta in parte da quello vecchio; in alcuni casi, sono ancora presenti entrambi i cartelli.

Il percorso – il nuovo quanto meno – è ben tracciato, lunghi tratti di bosco scosceso, soprattutto nella terza tappa che tocca anche la cipresseto naturale della Riserva del Bosco di Sant’Agnese; alcune strade bianche, sentieri di campo in mezzo alle vigne, soprattutto nell’ultima tappa che porta a Siena dove lo scenario è davvero quelle del “Chianti da cartolina” che tutti conoscono. In mezzo ci sono molte storie da scoprire e diverse sfumature, ad esempio quella storica: la strada di crinale era già percorsa dagli Etruschi e la presenza dei tanti reperti e siti archeologici lungo il tracciato lo dimostra. Ne è testimonianza, tra gli altri, il Museo Archeologico del Chianti senese che si trova a Castellina, punto d’arrivo della terza tappa.

I punti critici: ospitalità in primis

Certo, pur essendo tra i sette cammini riconosciuti di interesse regionale, questo ha ancora alcune criticità da risolvere, innanzitutto quella dell’accoglienza che non è a “misura di pellegrino” né come quantità, né come qualità o costo dell’offerta: i Comuni stanno lavorando, dicono, per creare nuove formule di ospitalità diverse da quella del mercato turistico. Ma la zona – il Chianti, appunto – non aiuta e nemmeno aiuta troppo il tracciato: l’arrivo della seconda tappa, ad esempio è fissato teoricamente a Badia a Passignano, ma lì è pressoché impossibile trovare da dormire a misura di camminatore. È necessario, dunque, arrivare a San Donato e la tappa diventa lunga – oltre 25 chilometri – e faticosa, con molto saliscendi, strappi duri e grande varietà di terreno. Ma è molto panoramica e spesso ombreggiata, bellissima senza dubbio: per me, non lo nego, è stato il giorno più duro di cammino.

Badia a Passignano

Servono, poi, alcuni piccoli interventi di viabilità, soprattutto nel tratto che esce da Firenze: partiti da Ponte Vecchio, si lascia la città da Porta Roma in direzione Certosa, oppure da San Niccolò e dall’Erta Canina, ma sia il vecchio tracciato da Marignolle che il nuovo dal Piazzale Michelangelo hanno bisogno di qualche limatura per vivibilità e messa in sicurezza. E c’è la questione servizi e trasporti, che per la verità si sente qui meno che altrove, ad esempio sulla Via Lauretana nel sud del Senese dove alcune tappe sono pressoché scollegate dalla rete dei mezzi pubblici. Infine, la convivenza con gli animali selvatici: nel tratto tra San Donato e Castellina ci sono cervi, caprioli, cinghiali e ultimamente anche i lupi che sono in tutta la Toscana. Insomma è un territorio a cui approcciarsi con conoscenza e attenzione. Perché se tutto funziona, poi ne vale davvero la pena.


Caratteristiche tecniche

  • Partenza: Firenze
  • Arrivo: Siena
  • Lunghezza: 85 chilometri (circa) 
  • Tappe: 4
  • Difficoltà: discreta
  • Fai attenzione a… alcuni tratti non eccellenti, su asfalto, soprattutto in ingresso e uscita da città e paesi; il bosco scosceso; i dislivelli.
  • Punti di ristoro: è facile trovare casolari o borghi dove sostare, ma per fare rifornimento di cibo e acqua bisogna sfruttare sostanzialmente i paesi.

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