Una storia (nascosta) tra le miniere di Murlo

L’attività mineraria più nota del territorio senese è, senz’altro, quella del sud della provincia; la zona di Abbadia San Salvatore (dove d’altronde si trova un interessante Museo Minerario) e dell’intera area del Monte Amiata che ancora oggi si scopre grazie alle attività del Parco. Tuttavia, anche nella zona di Murlo c’è stata, per oltre un secolo, attività mineraria. Io – lo ammetto – nella mia ignoranza, l’ho scoperto solo grazie alla passione per il cammino e, nello specifico, grazie a un percorso ad anello molto interessante che da Murlo, appunto, scende fino a La Befa lungo il torrente Crevole per poi risalire da Montepertuso.

Le miniere di Murlo e l’antica ferrovia

Qui, dalla seconda metà dell’Ottocento e per circa un secolo, si scavava la lignite: «è di aspetto nero, poco lucente, dà polvere bruno cioccolata quando è recentemente scavata», come si legge in un opuscolo custodito nella Biblioteca degli Intronati a Siena ed edito nel 1881, in occasione della Esposizione Industriale di Milano, dalla Compagnie Française des Charbonnage de Pienza che la gestiva (si può approfondire QUI). La lignite c’è ancora, lungo il percorso; per tutto il primo tratto il sentiero è fatto di questi sassi squadrati, marroni, lisci che sembrano davvero tavolette di cioccolata!

La nostra strada esce dal borgo di Murlo e lo costeggia per entrare quasi subito nel bosco: tutto il primo tratto segue “il sentiero della ferrovia delle miniere“, un sentiero didattico voluto dal Comune di Murlo. È ben organizzato, segnalato e ricco di interessanti pannelli che raccontano la storia del territorio e dell’attività mineraria che vi si è svolta per oltre un secolo. Si costeggia il torrente Crevole e si attraversa il vecchio villaggio minerario che oggi è un borgo recuperato e abitato: sono ancora visibili alcune archeologie industriali dell’epoca ed è un luogo ricco di fascino. L’unico punto potenzialmente complicato di questo trekking è il Ponte Nero: una volta a campata unica, oggi è ricostruito e messo in sicurezza ma – seppur breve – per chi soffre di vertigini può essere un po’ fastidioso. Lo si può comunque evitare, usando il guado in basso. 

Ponte Nero

Il Montepertuso e l’area archeologica

Il torrente lo si guada davvero – e stavolta inevitabilmente – al Mulino della Befa, alla fine di questo tratto lungo circa 7 chilometri. Dopo pochi metri, con una svolta a gomito, si risale verso Montepertuso su un sentiero in salita molto ripido e impegnativo: è lungo meno di un chilometro ma sembrano molti di più! In vetta del castello che vi sorgeva non è rimasto pressoché nulla; è rimasta, invece, la pieve di San Michele Arcangelo e la canonica che oggi ospita una sede della Comunità Mondo Nuovo per giovani in difficoltà (se vi fermate nel meraviglioso prato, da cui si gode di una vista spettacolare a 360 gradi che spazia dalla Val di Merse all’Amiata, portate rispetto!).

Si scende proseguendo nel bosco; da qui in poi, il percorso non è segnalato ma tendenzialmente si deve seguire il sentiero principale. Dopo il podere Montorgiali, oggi completamente distrutto e diroccato, all’altezza di una cappella si svolta a sinistra; qui ritroviamo i segnali bianchi e rossi della Rete escursionistica e seguiamo le indicazioni per Murlo. Il sentiero attraversa anche l’area archeologica di Poggio Civitate, i cui risultati degli scavi e reperti sono conservati in paese, nel Museo Archeologico di Murlo.

I cartelli della Rete escursionistica che indicano anche l’area archeologica

ll nostro trekking

Questo percorso nei dintorni di Murlo lungo il sentiero dell’antica ferrovia e nella storia della attività mineraria è davvero affascinante. Si cammina per lo più su lunghi tratti di bosco e, in misura inferiore, su strada bianca comoda; il primo tratto che scende verso La Befa è una graduale discesa piuttosto comoda, mentre il ritorno è molto più stancante. Il cammino è molto bello, ombreggiato e quindi fattibile anche d’estate, ma faticoso soprattutto per via del terreno spesso accidentato e mai davvero pianeggiante (è tutto saliscendi!). Non si trova assolutamente niente lungo il percorso, solo l’acqua in paese: ma ne vale la pena!


Caratteristiche tecniche

  • Partenza: Murlo
  • Lunghezza: 16 km
  • Difficoltà: moderata
  • Fai attenzione a… il Ponte Nero (per chi soffre di vertigini!) e i cani vicino alla Pieve di Carli
  • Punti di ristoro: nessuno; c’è una fontana d’acqua pubblica solo a Murlo e nient’altro
  • Traccia GPS: puoi scaricarla qui

Articoli consigliati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.