Tra il Cetinale e Pernina, trekking nei boschi della Montagnola

Premessa: la Montagnola per me è un luogo magico. Sia sul versante nord – quello di Monteriggioni, per capirsi – sia quello nella zona di Sovicille. Camminare sulla Montagnola è faticoso (salite, discese, pietraie, terreno scivoloso) ma è anche rigenerante. È a pochi chilometri da dove sono cresciuta, ma ho imparato a conoscerla da grande. E non voglio smettere di esplorarla.

Il punto di partenza di questo trekking, dunque, non può che essere la Pieve di Ponte allo Spino, profilo da cartolina e architettura considerata tra le più pregevoli testimonianze del romanico senese, se non dell’intera Toscana. Qui tra il chiostro e la torre campanaria si respira un’aria immobile, ma ancora ci si sposa! Tutto intorno c’è una campagna operosa, strade bianche e campi coltivati, un casolare su ogni poggio, ma bastano pochi passi per iniziare a salire, alla scoperta di questo versante della Montagnola senese. Passato San Giusto a Pilli si imbocca la Strada di Personata. Ci accolgono boschi di lecci e sottobosco fitto, silenzio incontaminato, ruscelli e cinguettii, una pace mai interrotta e l’idea di camminare in un luogo incantato e senza tempo. Molti sentieri sono tracciati dai segnali bianchi e rossi del CAI e da una mappa voluta tempo fa dalla Provincia di Siena.

La Pieve di Ponte allo Spino, Sovicille

Cetinale, la villa incantata nella Montagnola

Basta un’ora di cammino per arrivare alla Villa di Cetinale: ti si para davanti, seppur nascosta dal cancello chiuso, come un incanto inatteso. Una volta parte delle molteplici proprietà senesi della famiglia Chigi, fu costruita nella seconda metà del XVII secolo dal cardinale Flavio insieme all’architetto Carlo Fontana: un gioiello barocco immerso in una girandola di verde, da un lato giardini all’italiana che all’epoca ebbero l’attenzione dell’Europa, dall’altro il vasto parco de “La Tebaide”, un bosco di lecci con viali, cappelle, statue e laghetti. Dal 1978 appartiene a una famiglia inglese: la acquistò sir Anthony Lambton che l’ha amata tanto da farne spesso residenza, ma dopo la sua morte gli eredi l’hanno trasformata in resort per il turismo d’altissimo lusso, oltre che location della serie tv di HBO, Succession. Però il parco viene aperto al pubblico, un paio di volte l’anno – solitamente a primavera e in autunno in occasione di giornate particolari – e talvolta di può provare a chiedere una visita. 

La Villa di Cetinale

Scoperte nel bosco: Pernina e il Romitorio

Continuando a camminare nel bosco, tra stazioni di una particolarissima Via Crucis, si incrocia la strada che porta a un altro luogo simbolico di questa collina, la Pieve di San Giovanni Battista a Pernina, qui attestata già dal 1078 (in un documento di Matilde di Canossa) che spicca in mezzo a una radura erbosa: sede da lunghi anni dei campi estivi, popola i ricordi di ragazzini di migliaia di senesi. Il sentiero nel bosco costeggia il minuscolo cimitero mezzo diroccato dove riposano i pievani e ci conduce al Romitorio del Cetinale. È un’altra scoperta. Costruito all’inizio del Settecento, era una sorta di ospedale, pellegrinaio e luogo di meditazione: qui vivevano in comune gli eremiti, curando gli ammalati e assistendo i moribondi e servendo la villa. Che è laggiù, quasi cinquecento metri più in basso: lo sguardo spazia intorno sulla campagna e si tuffa a volo d’uccello fino ai giardini là sotto, mentre i piedi scendono la cosiddetta “Scala Santa”, duecento scalini scavati nella pietra o quel che ne è rimasto. Affrontando l’anello in questa direzione si percorrono in discesa, con meno fatica ma non certo con meno attenzione…  

Il Romitorio di Cetinale, in cima alla “Scala Santa”

Ritornando a casa…

Alla fine della scala, si riprende la strada bianca che si snoda ancora dentro la tenuta del Cetinale e che ci porta fino a Ancaiano, borgo medievale che dette i natali al celebre architetto Baldassarre Peruzzi. Da qui l’ultima parte del percorso è, purtroppo, sull’asfalto. Si può decidere di tagliare a metà, piegando sulla sinistra in direzione Piscialembita (che è comunque asfalto, ma con pochissimo traffico) e ricongiungersi poi alla strada da cui siamo venuti poco sotto San Giusto a Pilli. Oppure – aggiungendo sulle gambe neanche un paio di chilometri – continuare fino a Sovicille: è il comune della Toscana più ricco di pievi, abbazie, castelli e ville. E questo itinerario ne è solo un minuscolo assaggio.


Caratteristiche tecniche

  • Partenza: Pieve di Ponte allo Spino (Sovicille)
  • Lunghezza: 13,5 oppure 15 km
  • Difficoltà: moderata
  • Fai attenzione a… la Scala Santa, anche in discesa!
  • Punti di ristoro: il prato di Pernina è circa a metà percorso (ma portatevi tutto, sul tragitto non c’è acqua!)
  • Traccia GPS: puoi scaricarla qui


NOTA: questo itinerario – seppur in forma ridotta – è stato pubblicato per la prima volta sul Corriere Fiorentino nell’edizione del 06/03/2022.

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