Scrivere un racconto di Natale era una sfida contro la mia indole che il Natale lo vorrebbe distruggere a colpi di mazza da baseball. Ma la vera spinta è stata una esigenza improrogabile: essere invitata a una cena in cui la regola era “portare un regalo che fosse opera della propria arte o del proprio ingegno” (poi metterlo nella pesca e tornarsene a casa con il regalo portato da qualcun altro e assegnato dalla sorte). E siccome l’unica cosa che so fare meglio delle altre è scrivere, io ho scritto questo. E l’ho portato. Stampato a casa e rilegato con un meraviglioso (argh!) nastro dorato.
Accadeva nel Natale, appunto, 2012. Dopo due anni passati nella memoria remota del mio computer, decisi di dare a questo racconto un’altra possibilità e l’ho pubblicato sul blog come regalo agli amici.
Adesso lo rimetto qui. Scaricabile in PDF. Leggetelo, scaricatelo, inviatelo agli amici, fatene ciò che volete (e che è lecito) ma ricordatevi che la proprietà intellettuale è della sottoscritta (almeno quella!).
Resta la regola che c’era quando l’ho messo sul blog, quindi il regalo ve lo faccio pagare, a spese mie: per ogni copia di questo racconto che spiccherà il volo, io donerò un euro alla ricerca sul cancro. Per cui lasciate un segno del vostro passaggio, commenti, like, tweet, mail, condivisioni, quello che vi pare. Così vi posso contare. E sganciare la grana.
Fate i buoni! Mica con me.
Io dico che il caso non esiste…Il perche’ di aver incontrato La Matta de Ponte(mi piace il nome che ti sei data) ancora non lo capisco,leggendo qui il tuo “racconto”, mi ha intenerito la tua umanita’, una lacrimuccia ha bagnato i miei occhi( ho perso la mamma all’eta’ di nove anni , di cancro al seno nel lontano settanta)..Mi dispiace per te… ma ti faccio uscire fuori quell’euro…hahaha
PS: Sei tu nella foto ” Io che scrivo”..Ciao a presto