Forse non è un caso che l’arte contemporanea faccia capolino tra i filari delle vigne e i cipressi sui crinali proprio qui, in questo angolo di Chianti la cui terra è intrisa di storia da oltre mille anni. Siamo a Pievasciata, grumo di case arroccate intorno alla pieve dedicata a San Giovanni Battista: una pieve che è qui dal 1086, poi citata nel cosiddetto “lodo di Poggibonsi” – quell’accordo fra Siena e Firenze che, nel 1203, tracciò la frontiera fra i territori delle due città – e che è stata testimone di una guerra sanguinosa tra senesi e fiorentini quando a lungo, su queste colline, si contesero terre e ricchezze a colpi di assedi e saccheggi. Anche oggi, a dirla tutta, la pieve pare saccheggiata: il torrione imponente rimane pressoché intatto, ma la chiesa e tutto il complesso sono abbandonati in uno stato davvero poco misericordioso.
Tutto intorno il Chianti dà il meglio di sé: alcune delle migliori cantine – Dievole, Tolaini, Rocca delle Macie, Castello di Ama – sono distanti pochi chilometri, come cerchi concentrici che si irradiano dal perno di Pievasciata. E le strade che arrivano qui da tutte le direzioni – da Vagliagli, da Pianella, da Gaiole in Chianti – sono disseminate di grandi sculture site specific.
Un Borgo contemporaneo
Pievasciata è, infatti, BAC – Borgo d’Arte Contemporanea, frutto di un progetto nato nel 2012 grazie alla collaborazione tra l’Associazione Culturale AMICI DEL PARCO, il Comune di Castelnuovo Berardenga, la Provincia di Siena e la Regione Toscana. Il “parco” in questione è il Parco Sculture del Chianti che dal 2004 integra l’opera di artisti contemporanei di tutto il mondo con la natura e il paesaggio del Chianti. E che, ovviamente, è proprio qui a Pievasciata. Il percorso interno al parco è lungo circa un chilometro, disseminato di sculture e imponenti installazioni, ma l’arte si incontra anche camminando tutto intorno al borgo.
Il nostro trekking
Uscendo dal paese verso sud, ad esempio, ci si imbatte subito nella “Lucertola muraiola”, abbarbicata al muro di una villa su cui lavora un “Imbianchino” che inganna lo sguardo di chi passa. Camminando ancora ecco spuntare gli “Struzzi metropolitani”, un uomo e una donna vestiti di rosso, alti quasi sei metri e con la testa infilata dentro i cipressi: forse una delle immagini divenute più iconiche di questa zona. Da qui, a sinistra, si piega in una strada bianca che attraversa le vigne del Chianti – tra le tenute di Tolaini e Vallepicciola – in un paesaggio magnifico, dove i colori esplodono e le vigne sembrano dipinte. Quando si rincontra la strada comunale, si può deviare sulla destra, in una strada bianca che porta agli affascinanti ruderi del Cerretaccio: ci si deve addentrare per qualche decina di metri in un sentiero nel bosco non segnalato, appena alla sinistra di una piccola cappella.
Facendo perno su Pievasciata ci sono diversi trekking adatti a ogni abilità, passeggiate brevi e semplici o la fatica di inerpicarsi nei boschi verso Gaiole. A ogni incrocio una scultura ci ricorda la vocazione verso l’arte contemporanea di questo scorcio di Chianti sospeso in una bellezza senza tempo.
Caratteristiche tecniche
- Partenza: Pievasciata (Castelnuovo Berardenga)
- Lunghezza: 6,5 km
- Difficoltà: facilissimo!
- Fai attenzione a… il sentiero per i ruderi del Cerretaccio, quasi invisibile e non segnalato
- Punti di ristoro: nessuno – il tragitto è breve, ma se volete qualcosa portatelo!
- Traccia GPS: puoi scaricarla qui
NOTA: questo itinerario – seppur in forma ridotta – è stato pubblicato per la prima volta sul Corriere Fiorentino nell’edizione del 25/04/2022.