Pietre tra le pietre

Sabato mattina, settembre. Molta gente ancora in giro, nonostante l’apertura anticipata delle scuole, a godersi ultimi scampoli di vacanze. Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico: c’è una ‘mostra’ dedicata all’artigianato che coinvolge piccoli artigiani e studenti dell’istituto d’arte. Allestimento semplice, ma efficace. Nei manifesti che tappezzano lo spazio e nelle didascalie di ogni lavoro c’è il Qr-code: inquadri con il tuo smartphone e leggi, direttamente a portata di mano, tutto ciò che c’è da sapere. Comodo. In teoria.

Purtroppo – piccolo, insignificante particolare – i Magazzini del Sale sono sotto terra. Sotto uno di quei bei palazzi medievali che facevano una volta, quelli coi muri spessi come un braccio. Di conseguenza, completamente inaccessibili al segnale dei cellulari. Il museo sarà coperto da wi-fi, ti dici.. Illusa. Niente wi-fi, nonostante sia il Comune, la casa dei cittadini, e uno dei poli museali più visitati della città. A che vuoi che serva il wi-fi nel terzo millennio?

Dunque, hai una mostra allestita con Qr-code, ma non hai il segnale che te lo fa leggere. Se sei davanti al Qr-code, non puoi accedere ai contenuti perché non hai segnale. Se sei all’aperto e hai segnale, non puoi accedere ai contenuti perché non hai davanti il Qr-code. Morale della favola? Non puoi accedere ai contenuti. Elementare.

Sabato pomeriggio, settembre. Passeggiata in centro – nell’era moderna si chiama ‘trekking urbano‘ – sulle orme di un vecchio progetto, nato diversi anni fa, poi andato in soffitta come molte delle cose belle che la città non ha accolto (o ha dimenticato in fretta) e che, forse, oggi si riaffaccia timidamente. Il progetto si chiamava – si chiama e, mi auguro, si chiamerà di nuovo – ‘Tempozulu‘. Io l’ho sempre chiamato – in modo molto più profano e popolare -‘Pietre d’artista‘: ce ne sono 10, sparpagliate per il centro storico. Pietre vere, lastre di pietra serena, incise da artisti italiani e internazionali e piazzate qua e là, in mezzo alla ‘normale’ pavimentazione stradale. Sotto gli occhi di tutti, là proprio in mezzo al passaggio quotidiano, costantemente sotto il nostro sguardo e sotto i nostri piedi; eppure, allo stesso tempo, proprio per questo, nascoste, mescolate tra migliaia di altre, anonime e silenziose. D’altronde, se vuoi nascondere un albero, quale luogo migliore della foresta?

Decido di seguire questo percorso d’artista, farmi guidare dalle pietre nella mia passeggiata, poco trekking e molto urbana. Le cerco, le scovo pian piano in una sorta di caccia al tesoro che mi porta fuori dai soliti tragitti. Arrivo al Santa Maria della Scala. So che una è là dentro, ma non so dove, di preciso.

Entro, mi faccio strada tra i visitatori della mostra di Steve McCurry. Vado alla biglietteria. Chiedo. “Scusi, vorrei vedere la pietra d’artista di Garutti. Mi sa dire dove è?”. “Non so cosa mi stai chiedendo” risponde la signora con il tailleur nero, la targhetta con il nome e lo sguardo tra il dubbioso e lo spaurito.

Le spiego del progetto, che so che c’è una pietra dentro il Santa Maria. “Ah sì, ricordo qualcosa; ma è un progetto vecchio, di parecchi anni fa” dice lei. “Sì, ma le pietre ci sono ancora” insisto. “Prova a vedere al vecchio ingresso, quello che ora è chiuso… Ma sei residente? Sennò devi pagare il biglietto”. Mostro la carta d’identità e mi incammino verso il ‘vecchio ingresso’.

Girello davanti alla porta ormai sbarrata. Mi guardo intorno, mi guardo tra i piedi. Si avvicinano due sorveglianti. “Sta cercando qualcosa?” chiede la ragazza. “Sì, sto cercando la pietra d’artista di Garutti” rispondo. Mi guarda con aria stranita. Mi spiego meglio. Un lampo le attraversa lo sguardo. “Ah, sì, è vero c’è una pietra – si illumina, senza essere evidentemente del tutto sicura che sia proprio quella che sto cercando – ma è giù al museo archeologico e ora c’è la mostra di McCurry. Se vuole l’accompagno”. Sì, grazie.

Mi fa strada nella pancia del Santa Maria della Scala. Camminando facciamo due parole, mi chiede perché la cerco, le spiego. Arriviamo sopra la pietra, semi nascosta dall’allestimento della mostra fotografica. Mi fermo a guardarla mentre i fan di McCurry mi camminano intorno, a tratti incuriositi. “Di chi è?” mi chiede lei. “Di Alberto Garutti” dico io. “Ah”. E lì c’è tutto un mondo.

Si fa coraggio, mi domanda del progetto. Come è nato, chi lo ha promosso e organizzato. Le racconto qualcosa. “Ce n’è un’altra, sa? – dice adesso che siamo in confidenza – è in piazza proprio davanti all’ingresso del museo. C’è un vortice“. Evito di puntualizzare che è una spirale ed è di Luca Pancrazzi. E ce ne sono due, uguali.

La ringrazio, mi riaccompagna su, verso l’uscita. Mi lascio alle spalle McCurry. Esco, mi siedo sulle scale del Duomo, guardando la facciata del Santa Maria della Scala. Tutte quelle finestre cieche, immagino che da ognuna di loro scenda, un giorno, una bandiera con una grafica diversa: Museo archeologico – Centro d’arte contemporanea – Museo per bambini – Collezione Permanente – Studi d’artista – Museo del Palio – Titolo qualsiasi (esposizione temporanea) – Laboratori creativi e ancora non avrei finito le finestre.

 

La cultura non si eredita, si conquista.

André Malraux

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2 commenti

  1. Purtroppo hai ragione, e non solo sì conquista, si coltiva, si approfondisce, si comunica, si divulga.
    Purtroppo hai ragione, perché è amaro constatare quanta energia e bellezza rimangano imprigionate nell’ indifferenza.
    Hai ragione quasi su tutto, non riguardo al trekking urbano, perché quel progetto non è affatto dimenticato, in questi 10 anni si è diffuso e sviluppato, anche fuori Siena, non solo nei pacchetti turistici, ma anche nelle attività di tempo libero dei cittadini. Mia figlia fa il liceo e mi ha raccontato che il prof di ginnastica, nei primi giorni di scuola, che il tempo è bello, le ha fatto fare ” trekking urbano” il trekking delle fontanine di contrada. No, non è stato dimenticato, è entrato nel quotidiano.
    Comunque spero che ti farà piacere sapere che l’ Associazione Guide Turistiche e il Centro Guide hanno presentato Tempo Zulu al pubblico, dal 2012 più volte, nonostante la pigrizia intellettuale che dilaga e che a fine ottobre Tempo Zulu sarà incrementato, al centro delle giornate del Trekking Urbano. Finalmente qualcuno si occuperà di informare il personale del SMS ,speriamo che presto qualcuno riceva l’ incarico di valorizzare e guidare in maniera scientifica i musei cittadini
    E speriamo di conoscerci anche, e unire le forze per la conquista.
    Rita Ceccarelli, guida turistica

    1. Cara Rita, confermi quello che scrivo.
      E io apprezzo il lavoro del Centro Guide (che devono, giustamente, essere le prime a far conoscere ai visitatori anche “un’altra” Siena) e condivido (fortemente) la tua speranza per il domani. E anche per il futuro di Tempo Zulu!!
      La Matta

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