Perché Sanremo è Sanremo. Puntata n.1

Sì, lo so, sono in ritardo. Abbiate pazienza. Comunque, così in corsa e senza averci troppo riflettuto… Bilancio sanremese puntata n. 1: ritmo lento (ma la prima è sempre lenta e Carlo Conti comunque non è uno scoppiettante), valletta mora – Madeline qualcosa – bella ma inutile come le vallette nella migliore tradizione; la Raffaele a me non piace (non mi piacciono gli imitatori) ma è senz’altro una professionista che regge anche bene il palco, c’è da capire se avrà anche un’identità sua o se resterà incastrata per tutta la settimana  nei suoi personaggi. Garko… vogliamo davvero parlare di Garko? L’unica cosa ‘spontanea’ che ha fatto è stata incartarsi sul gobbo e dichiararci (due volte) che stava passando la serata sul cesso. Se lo avete scelto per far contente noi donne… ecco, si vede che non ci conoscete così bene. Ripensateci, per la prossima volta.

Canzoni. Boh. Si è sentito poco di interessante. A un primo ascolto salvo gli Stadio (per amore di nostalgia), Enrico Ruggeri (che non rinuncia a se stesso), Arisa (se riusciamo a dimenticare il look), i due giovani sconosciuti (se riusciamo a dimenticare il look di lei… no, non ci riusciamo), forse Morgan-Bluvertigo ma purtroppo la canzone non si è sentita, confido che Morgan sappia ri-calibrare l’alimentazione e fare meglio al prossimo giro.
BRAVO a tutti coloro (5 su 10) che hanno avuto il coraggio di portare sul palco dell’Ariston il nastro arcobaleno: tra loro, Irene Fornaciari e Enrico Ruggeri, non esattamente due giovani di primo pelo… alla faccia delle nuove generazioni! E gli altri?
Capitolo ospiti da gran colpo iniziale.
Alla Pausini, storicamente – chi mi conosce lo sa, darei fuoco ma sulla professionalità c’è poco da dire e nel festival della canzone italiana è un’ospitata perfetta (a parte il duetto con se stessa Anni 90 che ci ha mostrato una cosa: si è sempre vestita male!!).
Sir Elton John, giù il cappello e basta: con pianoforte e voce ti dimostra che all’Ariston non ci sono problemi tecnici di audio, ci sono solo quelli che sanno cantare e quelli che steccano, semplicemente. Chi aveva paura dello spottone sull’utero in affitto sarà rimasto deluso: un Sir si riconosce sempre e figuriamoci se si fa tirare dentro alle beghe di casa nostra. In ogni caso, per chi l’avesse dimenticato, vi ricordo che l’anno scorso pagammo soldi pubblici per ospitare la simpatica famiglia con i (16) figli (di Satana) che ci raccontava che a camparli tutti ci pensava la Provvidenza. E manco avevano venduto qualche trilione di dischi.
I comici? I comici no. Io capisco che ahò, facce ride’– ma non potremmo cortesemente abolire i comici dalla scaletta? Sul serio. Tra Aldo Giovanni e Giacomo rimasti a vent’anni fa e i due “sposini” (casualmente sulla coda di quel frocione di Elton, giusto per ristabilire la ‘parità’…), veniva da piangere, altro che ridere. Vero che una pausa pipì, lavastoviglie e sigaretta serve a tutti, ma così ce ne approfittiamo.
Detto tutto? Più o meno. Stasera ci risiamo. Sperando che nel frattempo Mamma Rai sia corsa ai ripari e abbia investito due spiccioli per qualche autore. Son convinta che, nascosti da qualche parte, ce ne siano di bravi per dare alla serata qualcosa in più della gag con i messaggini (pensata male e riuscita peggio) messa in pista sulla pelle delle due bellissime (Foglietta e Smutniak) che non si capisce bene perché….
E comunque, come ho letto ieri sera non mi ricordo da chi: Sanremo, senza Twitter non saresti niente! 🙂
Schermata 2016-02-10 alle 16.49.00
Spostate il gobbo sotto la telecamera (possibile che il gobbo non sia mai in linea con la telecamera??) E, care le mie amiche fashion blogger, qui non ci abbiamo capito niente: è evidente che quest’anno va a bomba il tulle color carne con inserti che nemmeno quelle del pattinaggio sul ghiaccio. Attrezziamoci, l’inverno non è ancora finito!

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