‘La matta del ponte’ è da anni il titolo (immaginario) di questo blog. L’unica cosa su cui non ho mai avuto dubbi.
‘La matta del ponte’ è un soprannome che mi sono scelta ma è (stata) prima di tutto una donna vera. Una donna forte e intelligente. Una donna carica di grinta e di amore, una donna che ha lottato, che ha pianto, che ha gioito. Una donna che ha sempre detto quello che pensava, con pochi filtri e nessun riguardo per chi aveva di fronte.
‘La matta del ponte’ è (stata) una donna onesta e schietta. Una donna polemica, sarcastica, tagliente. Un’attenta osservatrice. Una donna che sa stare in silenzio se è necessario, anche a costo della sua stessa sofferenza, ma che quando parla – se vuole – sa arrivare prima all’osso che alla carne.
‘La matta del ponte’ è donna, moglie, madre, amica, amante e tanto altro. Non è perfetta, non è la donna patinata da copertina, è piena di difetti, di spigoli e di storture, ma è vera come poche altre persone che ho incontrato nella mia vita.
‘La matta del ponte’ è un nomignolo che si è data da sola, una sera d’inverno, sotto la pioggia, con l’ombrello rigirato dal vento, la macchina ferma in mezzo alla strada e un bambino da andare a prendere a un campo sportivo, lasciato lì ad aspettare nel diluvio. E se lo è portato dietro per parecchi anni, perché è perfetto.
È proprio lei.