La briscola col morto

Vorrei scrivere un post sul PD senese alla ricerca del candidato perduto. Ma per farlo dovrei aver voglia di ridere – o quanto meno di ironizzare – su una débacle politica, sociale, istituzionale che francamente non mi diverte più da tempo. O, in alternativa, dovrei avere doti divinatorie e una potente sfera di cristallo, perché lo sa Dio se non sia rimasta questa l’unica possibilità di capirci qualcosa, in tutta questa storia.

Come ho detto a un’amica, poco meno di 24 ore fa, ho finito le letture intelligenti a disposizione. Sul serio. Per questo non riesco a scrivere un post. Non riesco a ripercorrere la parabola masochista del Partito Democratico cittadino, attuata come da copione dal maggio scorso a oggi. Sì, tutto è cominciato con la caduta della Giunta guidata da Franco Ceccuzzi – ma allora il blog non c’era, ahimè, e non è davvero il caso di ricominciare da lì.

E’ sufficiente d’altronde concentrarsi sugli ultimi pochi giorni per rendersi conto di quanto il grottesco sia diventato protagonista. C’è un candidato alle primarie che ha già consegnato le proprie firme senza che le suddette primarie siano nemmeno state indette. Quindi c’è un candidato, ma non ci sono le elezioni. Poi c’è una coalizione che aspetta di sapere con chi deve coalizzarsi; lo aspetta da talmente tanto tempo, che è ormai costretta a lanciare ultimatum, pur sapendo che non saranno ascoltati. E a continuare ad aspettare.

Poi c’è il Partito Democratico. Che nelle ultime 48 ore ha indetto e subito annullato non so più quanti incontri, tra tavoli di coalizione, direttivi, assemblee comunali e briscole col morto. Che giura di avere pronto ‘un candidato di unità e di prestigio‘, ma non si riesce a cavarglielo di bocca nemmeno sotto tortura. E che nel frattempo ha messo in giro più nomi (!) della formazione di una squadra di calcio. Scaturendo due soli effetti; bruciare tutti quelli che ha nominato invano e scoraggiare chiunque altro avesse la benché minima parvenza di intenzione di proporsi. Voglio dire; voi accettereste un posto che hanno offerto, prima, a mezza città? O vi sentireste un filino in versione ultima ruota del carro?

Adesso, comunque, pare che ci siamo. Mentre la coalizione – non si capisce più coalizzata con chi – annuncia un’assemblea permanente, il PD ancora riunito e asserragliato dentro le segrete stanze potrebbe mettere in pista Lui. Il salvatore. Tanto lo abbiamo aspettato e immaginato che non mi stupirei di veder arrivare, che ne so, Mr Obama o un Gesù di Nazaret. Almeno avrebbe avuto un senso stare tutti qui immobili, in attesa, come uccellini nel nido, col becco spalancato aspettando che mamma-uccello ci infili dentro un verme.

Perché l’errore, ancora una volta, è tutto nostro. Nostro dei cittadini, degli elettori, della società civile, della gente che la mattina si sveglia, lavora, cresce i figli, paga le tasse, litiga per il parcheggio e cerca, in qualche modo, di ritagliarsi anche un pezzo di serenità. Nostro perché non dovremmo accettare – ancora – di essere spettatori di questo teatro dell’assurdo, di questo spettacolo offensivo che era nato come balletto ed è finito in farsa.

Dovremmo voltar loro le spalle. Dimostrare loro che non siamo qui come pecore dietro al pastore, pronti ad accogliere e legittimare chiunque ci venga dato in pasto, solo perché funziona così. Almeno così, uscendo dalle stanze in cui sono asserragliati pensando di poter rimandare tutto all’infinito, non troverebbero nessuno ad aspettarli. Nessuno interessato alle loro dichiarazioni, nessuno a commentare le loro scelte, nessuno a chiedere il loro parere. E magari capirebbero, allora, quanto siano ormai irrimediabilmente lontani dal mondo reale.

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