Le Crete Senesi sono un panorama quasi lunare: in certi momenti del giorno, con la luce che taglia dal basso, i calanchi sembrano prendere vita e la terra si accende di grigio. Il grigio della creta, appunto, l’argilla; se è bagnata dalla pioggia ti viene voglia di infilarci le mani e modellarla come si faceva da bambini. Qui le colline sono morbide e di mille sfumature, sembrano ondeggiare sotto il respiro del vento, qua e là una strada bianca, un cipresso nel punto più alto, un casolare di campagna.
Qui non ci sono le vigne “pettinate” e le pregiate aziende agricole che hanno reso chic e amato il Chianti(shire), che comunque è poco lontano, appena oltre la Siena-Bettolle che taglia in due questa zona a sud-est di Siena. E non ci sono gli scorci della Valdorcia immortalati dal cinema e tutelati dall’Unesco. Le Crete sono un altro mondo, più vero e forse genuino. Per decenni sono state la parte meno “nobile” della provincia di Siena, proprio per questo loro aspetto un po’ rude, volto di una campagna operosa e mezzadra dove c’era la terra bassa da lavorare lasciando poco tempo allo scintillio. Ma negli anni recenti sono state riscoperte, anche per il rinnovato tracciato della Via Lauretana e per l’impegno degli enti locali nella valorizzazione del turismo lento, soprattutto con il progetto Crete Senesi Life Park che ha iniziato a tracciare percorsi e cammini.
In direzione (ostinata e) contraria
Tra questi, uno dei più amati è quello di Leonina, a metà strada tra Siena e Asciano. Qui, staccandosi dalla provinciale, si lascia la macchina in un piccolo piazzale sterrato da cui parte il percorso segnalato con i cartelli bianchi e rossi. L’anello ufficiale piega subito a sinistra verso le “biancane” ma si può scegliere di farlo al contrario – come ho fatto io – soprattutto per evitare un po’ di “affollamento” visto che siamo su uno dei percorsi più gettonati della zona. In questo secondo caso, dunque, si sale subito verso Leonina, fortezza del XIII secolo che fu residenza della famiglia Chigi e dimora di campagna del futuro Papa Alessandro VII e oggi relais di lusso. Tra due file ininterrotte di cipressi, il viale taglia il panorama a metà: a destra le colline morbide e coltivate, a sinistra il paesaggio incantato delle “biancane”, “mammellone” di roccia argillosa e ruvida che disegnano un altrove.
L’anello di Leonina è lungo 5,5 chilometri: una passeggiata semplice, senza eccessivi saliscendi e adatta a tutti, bambini compresi. Bisogna solo avere cura di scegliere la stagione giusta: non d’estate quando, completamente esposto al sole, può diventare torrido, né dopo le piogge abbondanti perché la creta si impasta e affatica, costringendoti quasi a una lotta nel fango.
La “porta” sulle Crete
Passato il borgo, all’apice della salita, si lascia per pochi metri l’anello segnato per la tappa obbligata al Site Transitoire, maestosa scultura dell’artista francese Jean-Paul Philippe che troneggia su questo poggio dal 1993. Se si ha la fortuna di arrivarci in solitaria (e non è facile…) ci si può sedere nel silenzio, con lo sguardo capace di perdersi a 360 gradi e, se è il solstizio d’estate, attendere il tramonto quando la luce del sole entra dall’enorme finestra di pietra.
Volendo allungare il percorso, dopo il Site Transitoire si può proseguire fino al borgo di Mucigliani: fu anch’esso un castelletto medievale, ma oggi è un grumo di case sul poggio più alto, raccolte intorno a una piccola chiesa dove si dice messa solo due volte al mese. Da qui si può, teoricamente, proseguire sulla strada sterrata che porta alla via principale asfaltata e tornare verso la macchina, ma è una scelta poco consigliabile: bisogna percorrere un tratto sulla provinciale Lauretana che, anche se relativamente breve (meno di 4 chilometri), non è in sicurezza. Meglio, allora, fare dietro front a Mucigliani e percorrere a ritroso il sentiero, restando sul crinale della collina fino al Site Transitoire per poi ricongiungersi all’anello di Leonina: così il GPS segnerà 10 chilometri precisi, in cammino in uno degli angoli più affascinanti delle terre di Siena.
A poche centinaia di metri dal bivio dove si lascia la macchina – e visibile anche dal cammino – c’è una curva della strada resa celebre da una tragedia: qui una stele di pietra e bronzo ricorda Artemio Franchi che proprio su questa strada sbandò sull’asfalto bagnato e morì. Era il 12 agosto 1983.
Caratteristiche tecniche
- Partenza: bivio Strada di Leonina
- Lunghezza: 10 km
- Difficoltà: facile
- Fai attenzione a… il caldo (non c’è ombra!) e la pioggia (la creta diventa fango importante!)
- Punti di ristoro: nessuno (sul tracciato non c’è neanche l’acqua)
- Traccia GPS: puoi scaricarla qui
NOTA: questo itinerario - seppur in forma ristretta - è stato pubblicato per la prima volta sul Corriere Fiorentino nell'edizione del 31/01/2022 e, in un certo senso, inaugura una nuova sezione del blog, la sezione "in cammino".